
Categorie
- Alimentazione (6)
- CBT (2)
- Diagnosi (2)
- Libri consigliati (31)
- Libri in evidenza (3)
- Metacognizione (1)
- Personalità (13)
- Psichiatria (1)
- Psicofarmaci (1)
- Psicologia (31)
- Psicosi (2)
- Psicoterapia (16)
- Ricerca (11)
- Sport (2)
Recent Posts
Negli ultimi anni sono emerse delle nuove tipologie di disturbi che descrivono comportamenti alimentari patologici dalle caratteristiche peculiari e differenti rispetto ai più conosciuti e comuni Disturbi dell’Alimentazione (anoressia, bulimia e binge-eating).
Queste condizioni ancora non rappresentano delle vere e proprie categorie inserite nei manuali diagnostici, ma meritano molta attenzione perché interessano una porzione sempre più importante di popolazione e le loro conseguenze sulla salute non vanno sottovalutate.
Queste forme di disagio psicologico risultano più difficili da individuare rispetto alle forme più conosciute di disturbo alimentare perché si nascondono dietro a comportamenti apparentemente salutari o comunque socialmente accettati e spesso sostenuti a livello mediatico (mangiare sano, fare sport, “tenersi/rimettersi in forma”, etc.).
Ortoressia nervosa
Termine derivante dal greco “orto”, che significa sano. Descrive un comportamento alimentare caratterizzato dall’ossessione per i cibi sani, salutari. A differenza di altri disturbi alimentari, in questo tipo di condizione il focus attentivo non è sulla quantità di cibo ingerita ma sulla qualità, in termini di origine del cibo e metodologie con cui è stato prodotto o coltivato. Di solito la persona che soffre di questa condizione passa molto tempo (anche 3-4 ore al giorno) a pianificare i pasti, leggere le etichette, acquistare il cibo e prepararlo in base a regole molto rigide legate alla qualità degli alimenti più che al gusto personale o alla piacevolezza.
Spesso in questo disturbo si riscontra l’eliminazione dalla propria alimentazione di intere categorie di alimenti, considerate poco sane, per cui si in molti casi viene seguito un piano dietetico molto circoscritto (ad esempio una dieta vegetariana, vegana, crudista, macrobiotica, ecc…). Questo tipo di disturbo si può associare con altri comportamenti legati alla cura del corpo, come l’attività sportiva intensa.
Il disturbo colpisce allo stesso modo la popolazione femminile e maschile ed è più comune tra i soggetti con diagnosi di disturbo alimentare. Recentemente è stata proposta una concettualizzazione bi-dimensionale del costrutto “ortoressia”, all’interno del quale è possibile distinguere un’ “ortoressia non patologica“, cioè un interesse non ossessivo rispetto al consumo di cibo salutare e la propria dieta, e la vera e propria Ortoressia Nervosa (ON).
In ambito clinico, gli strumenti maggiormente utilizzati per individuare tale disturbo sono il questionario ORTO-15, il Bratman’s Orthorexia Test e la Dusseldorf Orthorexia Scale (Cena et al., 2019; Meule & Voderholzer, 2021). Valente e collaboratori (2020) hanno individuato tre fasi di evoluzione di tale condizione: insorgenza, progresso e ricerca di aiuto. La fase di insorgenza, nella quale l’ortoressia prende piede nelle abitudini dell’individuo, può essere influenzata da fattori contestuali (ad esempio esposizione a informazioni contrastanti rispetto all’alimentazione) oppure personali (grado di perfezionismo, influenzabilità riguardante un ideale di “alimentazione sana”). Nella seconda fase si manifestano i veri e propri sintomi, nella maggior parte dei casi sostenuti da un tentativo di perdere peso per ottenere un corpo “più salutare”. Infine, può manifestarsi la ricerca di aiuto per affrontare le conseguenze spiacevoli.
Tra le principali troviamo problematiche d’ansia, stress, malnutrizione e isolamento sociale. L’ortoressia, infatti, può assumere connotati molto gravi quando la persona arriva a preferire il digiuno totale all’assunzione di cibi considerati non salutari e può avere conseguenze importanti sia sul piano della salute fisica che rispetto al benessere psicologico. Infatti, molto spesso queste persone non hanno una reale conoscenza nutrizionale ed evitano il confronto con medici o esperti fino ad arrivare a sviluppare anche gravi squilibri nell’apporto di nutrienti o patologie metaboliche ed endocrinologiche. Una comune conseguenza sul piano del benessere psicologico è l’isolamento sociale, dovuta alla perdita di relazione con chiunque non condivida tale selettività e abitudini alimentari (Stralher, 2020; Valente et al., 2020).
Vigoressia/bigoressia
Nota anche come Dismorfia Muscolare o “complesso di Adone”, si configura come un’ossessione per l’esercizio fisico motivata da un’attenzione iperfocalizzata sul proprio corpo.
Questa condizione è concettualizzata attualmente nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Psichiatrici (DSM-5) come una sottocategoria del disturbo da dismorfismo corporeo. Colpisce soprattutto gli uomini di giovane età, probabilmente a causa dell’enfasi mediatica che viene posta su canoni di bellezza maschili caratterizzati da un fisico muscoloso e privo di grasso. Al centro di questa condizione troviamo una esagerata enfasi cognitiva rispetto all’insoddisfazione per il proprio corpo ma, mentre chi soffre di Anoressia Nervosa è ossessionato dalla magrezza e dalla perdita di peso, nel caso della vigoressia si osserva l’ossessione di accumulare massa muscolare per scongiurare il rischio di apparire “esili” o “fragili”.
All’eccessiva e compulsiva attività sportiva si può associare il consumo di diete iperproteiche e l’abuso di sostanze chimiche anabolizzanti volte ad aumentare la massa muscolare, come anche il passare molto tempo davanti allo specchio per controllare il proprio corpo. L’eccesso di esercizio fisico e lo stile di vita che spesso vi si associa può avere conseguenze molto gravi sulla salute dell’individuo, portando a infortuni o squilibri metabolici (Gorrel & Murray, 2019; Riccobono et al., 2020).
Drunkoressia
Nel 2008 viene coniato dal New York Times questo termine che designa la tendenza a restringere le calorie assunte durante la giornata per poter aumentare il consumo di alcol senza aumentare di peso (Smith, 2008). Questa tendenza, riscontrata inizialmente nella popolazione studentesca e diffusa soprattutto nella fascia di popolazione più giovane, sembra vedere associato l’abuso di alcol assunto in un tempo limitato (fenomeno noto come binge-drinking) con alcuni aspetti tipici dei disturbi alimentari, come il controllo sul proprio peso e sul corpo tramite varie forme di compensazione (digiuno, esercizio fisico o vomitare).
Infatti, la drunkoressia si realizza proprio nel tentativo di compensare le calorie assunte durante l’abbuffata alcolica saltando i pasti precedenti oppure inducendosi il vomito al termine di essa. Chiaramente, le conseguenze sulla salute di tale comportamento possono essere molto severe. Inoltre, sono stati evidenziati diversi rischi che si associano a questo comportamento nella popolazione femminile come un aumento delle aggressioni sessuali o degli incidenti (Roosen e Mills, 2015; Hunt & Forbush, 2016; Thompson-Memmer, Glassman & Diehr, 2019).
Pregoressia
Questa condizione riguarda una fetta molto specifica della popolazione: le donne in gravidanza. Si realizza quando si sviluppa, appunto durante la gravidanza, un’ossessione per il mantenimento del proprio peso e la magrezza.
I comportamenti visibili più associati a questa condizione sono il sottoporsi a diete o allenamenti eccessivi, ma i fattori sottostanti sono l’attenzione estrema verso il proprio aspetto, il senso di inadeguatezza fisica e uno scarso coinvolgimento emotivo con la gravidanza, che viene vissuta con particolare distacco. Questo fa sì che i comportamenti volti a mantenere il proprio peso possano raggiungere un’intensità nociva per il feto e la salute della donna.
Solitamente questa condizione si manifesta in persone con una diagnosi precedente di disturbo dell’alimentazione. Come per la drunkoressia, il termine pregoressia ha un’origine mediatica ed è importante sottolineare che ad oggi non rappresenta una condizione clinica riconosciuta. Tuttavia, si ritiene che dare un nome a tali comportamenti possa rappresentare un primo passo per dare maggiore rilevanza agli studi in questo ambito ancora poso esplorato (Mathieu, 2009; Bannatyne et al., 2019).
L’articolo è stato scritto dalla dott.ssa Ludovica Peccenini -Psicologa
Bibliografia
Bannatyne AJ, Hughes R, Stapleton P, Watt B, MacKenzie-Shalders K. Signs and symptoms of disordered eating in pregnancy: a Delphi consensus study. BMC Pregnancy Childbirth. 2018 Jun 26;18(1):262. doi: 10.1186/s12884-018-1849-3
Cena, H., Barthels, F., Cuzzolaro, M. et al. Definition and diagnostic criteria for orthorexia nervosa: a narrative review of the literature. Eat Weight Disord 24, 209–246 (2019). https://doi.org/10.1007/s40519-018-0606-y
Gorrell S, Murray SB. Eating Disorders in Males. Child Adolesc Psychiatr Clin N Am. 2019 Oct;28(4):641-651. doi: 10.1016/j.chc.2019.05.012
Hunt TK, Forbush KT. Is “drunkorexia” an eating disorder, substance use disorder, or both? Eat Behav. 2016 Aug;22:40-45. doi: 10.1016/j.eatbeh.2016.03.034
Mathieu J. What is pregorexia? J Am Diet Assoc. 2009 Jun;109(6):976-9. doi: 10.1016/j.jada.2009.04.021
Meule A, Voderholzer U. Orthorexia Nervosa-It Is Time to Think About Abandoning the Concept of a Distinct Diagnosis. Front Psychiatry. 2021 Jan 28;12:640401. doi: 10.3389/fpsyt.2021.640401.
Riccobono G, Pompili A, Iorio C, Carducci G, Parnanzone S, Pizziconi G, Iannitelli A, Pacitti F. An instrument for the evaluation of muscle dysmorphia: The Italian validation of the adonis complex questionnaire. Brain Behav. 2020 Jul;10(7):e01666. doi: 10.1002/brb3.1666.
Roosen KM, Mills JS. Exploring the motives and mental health correlates of intentional food restriction prior to alcohol use in university students. J Health Psychol. 2015 Jun;20(6):875-86. doi: 10.1177/1359105315573436
Smith, R. (2008). Drunkorexia slimmers skip means for alcohol. Daily Telegraph. Retrieved on May 25, 2009 from http://www.telegraph.co.uk/news/uknews/1582071/Drunkorexia-slimmers-skip-meals for-alcohol.html
Strahler J. The Dark Side of Healthy Eating: Links between Orthorexic Eating and Mental Health. Nutrients. 2020; 12(12):3662. https://doi.org/10.3390/nu12123662
Thompson-Memmer C, Glassman T, Diehr A. Drunkorexia: A new term and diagnostic criteria. J Am Coll Health. 2019 Oct;67(7):620-626. doi: 10.1080/07448481.2018.1500470
Valente M., Brenner R., Cesuroglu T., Bunders-Aelen J., Syurina E.V., “And it snowballed from there”: The development of orthorexia nervosa from the perspective of people who self-diagnose, Appetite, Volume 155, 2020, 104840, ISSN 0195-6663, https://doi.org/10.1016/j.appet.2020.104840.
© Copyright 2023 PSYsimple - Tutti i diritti riservati - Tages s.r.l. Via Della Torretta, 14 -
50137 Firenze (FI)
Partita IVA: 06997220485
Cod. fiscale: 06997220485 Provider ECM n°6839
Website created by Giulia Bartolini