
Categorie
- Alimentazione (6)
- CBT (2)
- Diagnosi (2)
- Libri consigliati (31)
- Libri in evidenza (3)
- Metacognizione (1)
- Personalità (13)
- Psichiatria (1)
- Psicofarmaci (1)
- Psicologia (33)
- Psicosi (2)
- Psicoterapia (18)
- Ricerca (11)
- Sport (2)
Recent Posts
Il Narcisismo Patologico (PN) e il Disturbo Narcisistico di Personalità (NPD) vengono spesso descritti sia nel linguaggio comune, che dai clinici stessi, sulla base delle loro caratteristiche “esterne” – o per meglio dire overt – poiché appaiono maggiormente impattanti e provocatorie; si pensi ad esempio al senso di superiorità e unicità, alla ricerca di attenzione, all’atteggiamento critico e sprezzante, ecc.(Krizan & Herlache, 2018; Morf & Rhodewalt, 2001).
In letteratura, è stata spesso data poca rilevanza ai processi interni relativi al funzionamento di questo disturbo, tra i quali vi sono (Ronningstam, 2020): un processamento compromesso dell’elaborazione delle emozioni e una scarsa tolleranza delle stesse, la diffusione dell’identità, un’agentività fluttuante, una scarsa capacità riflessiva, un’autostima dipendente dal perfezionismo e una bassa capacità di simbolizzazione.
L’articolo della Ronningstam (citato sopra), promuove una maggiore conoscenza e studio dei processi interni relativi al funzionamento narcisistico, in modo tale da migliorare la comprensione di tale disturbo e indirizzare i clinici verso un trattamento più efficace. Se ne riportano di seguito gli aspetti più salienti.
I pazienti narcisisti rappresentano una complessa sfida terapeutica per vari ordini di ragioni, tra cui gli alti tassi di drop-out (Ellison et al., 2013; Hilsenroth et al., 1998) e le difficoltà nella relazione terapeutica e nella costruzione di un’alleanza di lavoro.
Secondo lo “SPIN model” (Grapsas, 2020), il narcisismo nasce dal desiderio di raggiungere uno status sociale. Tale modello postula che i narcisisti siano guidati da una motivazione di status dominante, che comporta la messa in ombra di altri sistemi motivazionali, come quello dell’affiliazione. Per ottenere tale status dominante, i narcisisti si impegnerebbero in una serie di processi di perseguimento dello stesso: selezionano situazioni favorevoli, sono costantemente ipervigili con lo scopo di valutare quali siano i fattori a cui stare attenti, in modo da capire chi detiene lo status, per poi valutare se possono elevare il proprio o diminuire quello degli altri.
Di fatto, a livello interpersonale questi pazienti possono risultare difficili, il setting terapeutico diventa la sede in cui si possono osservare nel qui e ora alcuni di questi processi: il self-enhancement, la svalutazione, l’idealizzazione, le modalità aggressive, il perfezionismo, il dispiegarsi di varie manovre per preservare il controllo, la distanza e le dinamiche dell’autostima, ecc. Allo stesso tempo, i narcisisti sono spesso combattivi con gli altri, e in tali casi sono spesso percepiti come conflittuali, offensivi, sminuenti e intimidatori (Holtzman, Vazire, & Mehl, 2010; Morf & Rhodewalt, 1993; Reijntjes et al., 2016).
Tali fattori, possono spesso portare i clinici a parlare di “resistenza” del paziente e di “transfert negativo”, ma tali etichette, probabilmente, non hanno favorito un atteggiamento collaborativo e di aiuto nei confronti di questi pazienti. Inoltre, si rischia di non soffermarsi sugli stati dolorosi degli stessi, ad esempio l’intenso sentimento di vergogna, che viene auspicabilmente evitato o ridotto, tramite l’utilizzo massivo proprio di queste strategie interpersonali (Schoenleber et al., 2012)
La cosiddetta “grandiosità narcisistica” co-occorre con rappresentazioni di un sé vulnerabile e inadeguato, un’alta sensibilità al rifiuto, paura e stili di attaccamento ansiosi (Kealy et. Al., 2015), da cui ne deriva quel contrasto insopportabile che origina da come si presentano e da cosa invece provano. Eaton e colleghi (2017), concettualizzano il narcisismo come una patologia connotata da angoscia e paura, ponendo il focus maggiormente sugli stati dolorosi che sui coping, che riflettono le componenti grandiose.
I pazienti narcisisti presentano dei profili di funzionamento molto eterogenei, come ampiamente descritto nel libro “Il narcisismo i suoi disturbi” (Carcione e Semerari, 2017).
Si possono identificare nello stesso soggetto caratteristiche fenotipiche overt e grandiose insieme ad aspetti covert e vulnerabili, e il livello di funzionamento può essere estremamente vario; inoltre tale profilo lo si trova in comorbidità con un’ampia gamma di disturbi (Caligor, Levy, & Yeomans, 2015; Gabbard & Crisp, 2016; Pincus & Lukowitsky, 2010; Yakeley, 2018).
Come descritto nell’articolo, vi è un’enorme discrepanza tra la modalità di presentazione dei pazienti narcisisti e i loro processi interni, da cui ne possono derivare valutazioni errate in sede di assessment, diagnosi scorrette e interventi inefficaci, soprattutto nella prima fase della costruzione dell’alleanza. Inoltre, anche i clinici possono essere fuorviati da un eccessivo focus sulle caratteristiche esterne, rischiando di non cogliere completamente l’esperienza interna del paziente, da cui deriva un problema nella concettualizzazione corretta del caso. L’elaborazione interna può rimanere nascosta, o addirittura inaccessibile nei pazienti con PN o NPD, il self-enhancement può intensificare l’inaccessibilità a questi processi interni (Ronningstam, 2017).
L’elaborazione mentale interna è stata principalmente studiata nell’ambito della psicologia cognitiva, che si è interessata ad essa come processo di mediazione tra stimolo e risposta, includendo un focus su immaginazione, memoria, attenzione e percezione. L’autrice utilizza tale concetto a ombrello (“elaborazione interna”), riferendosi a tutte le attività mentali che contribuiscono all’autoregolazione e alla consapevolezza di sé e degli altri.
Lo stile difensivo dei pazienti e la compromessa capacità di identificare ed esprimere le emozioni, combinata con la forte reattività interpersonale richiedono delle strategie specifiche per la costruzione iniziale dell’alleanza terapeutica (Ronningstam, 2012). Di seguito si riportano questi processi di elaborazione, con lo scopo di evidenziare e discutere ciò che li distingue e ciò che li accomuna, e le modalità di presentazione esterne, analizzandone l’impatto nelle relazioni interpersonali.
Scarsa tolleranza degli stati emotivi ed elaborazione emozionale compromessa
I pazienti narcisisti mostrano una scarsa abilità nel connettere le proprie emozioni e stati affettivi con un’espressione coerente degli stessi e presentano delle difficoltà marcate nelle interazioni interpersonali (Bouizegarene & Lecours, 2017).
Come descritto da Kernberg (2010), essi si caratterizzano per minori abilità nel tollerare, verbalizzare e mentalizzare l’emozione della tristezza, e questo può causare un’incapacità nell’esperire a livello cosciente gli stati dolorosi. Tali assunti si legano alle caratteristiche diagnostiche descritte nelle sezioni II e III del DSM-5 (APA; 2013), quali: necessità di mantenere il controllo e modalità interpersonali evitanti e sprezzanti.
Diffusione dell’identità
Considerando che l’elaborazione interna rimane spesso inaccessibile, si può generare un senso di diffusione dell’identità, che comporta, in modo instabile, l’accesso a un’immagine di sé inaccettabile, che evoca la minaccia di essere esposti, per cui respinti e rifiutati. Ciò comporta una dipendenza eccessiva della propria autostima dal giudizio esterno e una scarsa consapevolezza delle proprie motivazioni (APA; 2013).
Scarsa capacità riflessiva e di mentalizzazione
I pazienti narcisisti presentano scarse capacità riflessive e di mentalizzazione, che possono essere fluttuanti e di difficile trattamento. La “self reflection” comprende la capacità di identificare e connettere le esperienze interne sia con la tipologia che con il livello di arousal provato a livello viscerale e somatico; permette di collegare pensieri e emozioni nella vita quotidiana e di comprendere come la propria percezione delle relazioni interpersonali sia soggettiva, ovvero schema-guidata, per cui può differire dalla realtà esterna/oggettiva (Dimaggio & Lysaker, 2018).
I pazienti narcisisti mostrano una tendenza a “pseudo-mentalizzare”, ovvero dimostrano una capacità principalmente intellettuale relativa ad assegnare intenzioni e credenze agli altri in base alla loro capacità empatica di tipo cognitivo (Ritter et al., 2011), che può contribuire a una valutazione errata della loro effettiva elaborazione interna e capacità di riflessione. Le facets esterne di tale spetto sono: egocentrismo, scarsa abilità di valutare i propri effetti sugli altri, capacità spesso compromessa di riconoscere o di identificarsi sia con i sentimenti che con le esigenze degli altri (APA; 2013).
Scarsa agency
L’agency influenza le capacità di auto-regolazione e le strategie interpersonali, come la ricerca di attenzione, la competitività e il raggiungimento di obiettivi (Campbell & Foster, 2007). L’esperienza soggettiva di una perdita o di una fluttuazione dell’agency può essere estremamente minacciosa per i narcisisti, la cui autostima appare fragile e le abilità interpersonali compromesse (Ronningstam & Baskin-Sommers, 2013).
In questi soggetti l’euristica del self enhancement viene spesso ostacolata dall’accesso a stati emotivi temuti, come ad esempio il timore del rifiuto e la vergogna. A causa di una scarsa tolleranza degli stati affettivi, l’agency risulta compromessa, e da ciò derivano: i tentavi di attirare l’attenzione e l’ammirazione altrui, lo sfruttamento interpersonale, la definizione degli obiettivi sulla base dell’ottenimento dell’approvazione da parte degli altri (APA, 2013).
Autostima dipendente dal perfezionismo
Il perfezionismo è stato a lungo associato all’NPD (Rothstein, 1980). Spesso, viene utilizzato come modalità per evitare l’umiliazione e la vergogna o la sensazione di non essere all’altezza (Marcˇinko et al., 2014; Sorotzkin, 1985). Come descritto da Hewitt e colleghi (2017), il perfezionismo può nascere dal tentativo di riparare un sé difettoso, con cui i pazienti cercano in modo disfunzionale di soddisfare i propri bisogni di sicurezza e incolumità.
Le caratteristiche esterne corrispondenti sono: senso di sé grandioso, credenza di essere speciali, relazioni largamente superficiali, mirate alla regolazione dell’autostima, standard irragionevolmente alti, volti all’incremento dell’importanza del sé, autostima oscillante fra gli estremi di grandiosità e inadeguatezza (APA, 2013).
Simbolizzazione compromessa
Come descritto da Fontana (2011, p.22): “La dinamica del simbolo sostiene tutti i processi del pensare: sostiene la codifica della sensazione (la percezione organizzata), permette il formarsi delle sequenze di contenuti provenienti dall’esterno, mantiene la memoria, media la rielaborazione astratta e la formazione dei concetti, collega il pensiero individuale ai contenuti del sociale (la cultura).”
La scarsa capacità di simbolizzazione, comporta il passaggio a una modalità “concreta” di funzionamento mentale, da cui ne deriva una minore consapevolezza e comprensione delle proprie emozioni (Kramer & Pascale-Leone, 2018). Di fronte a circostanze improvvise, inaspettate e impegnative, questi soggetti possono presentare una suicidalità acuta improvvisa (Ronningstam et al., 2018).
Secondo Maldonado (2005) si può osservare la scarsa capacità di simbolizzazione di questi soggetti nel tipo di comunicazione verbale che utilizzano, spesso priva di significato da punto di vista emotivo e corporeo, connotata da un eccessivo stile semantico. Ne derivano uno scarso interesse genuino per gli altri, egocentrismo e un’incapacità nell’esperire una reciprocità relazionale (APA,2013). Come magistralmente descritto da Ronningstam (2020), i processi di elaborazione interna risultano altamente complessi e utili al fine di comprendere il funzionamento di questi pazienti. Tale chiave di lettura permette di costruire e integrare al meglio strategie terapeutiche e interventi, con lo scopo di fornire un trattamento ancora più “tailorizzato” sul paziente stesso.
L’articolo è stato scritto dalla dott.ssa Consuelo Enzo – Psicologa Psicoterapeuta
Bibliografia
American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (5th ed.). Washington, DC: Author.
Bouizegarene, N., & Lecours, S. (2017). Verbal elaboration of distinct affect categories and narcissistic personality disorder features. Psychoanalytic Psychology, 34, 279–289.
Caligor, E., Levy, K. N., & Yeomans, F. E. (2015).Narcissistic personality disorder: Diagnostic and clinical challenges. American Journal of Psychiatry, 172, 415–422.
Campbell, K. W., & Foster, J. D. (2007). The narcissistic self: Background, an extended agency model, and ongoing controversies. In C. Sedikides & D. Spencer (Eds.), Frontiers in social psychology: The self (pp. 115-138). New York, NY: Psychology Press.
Carcione, N. & Semerari,A. (2017).Il narcisismo e i suoi disturbi.La terapia metacognitiva interpersonale. Erickson
Dimaggio, G., & Lysaker, P. H. (2018). A pragmatic view of disturbed self-reflection in personality disorders: Implications for psychotherapy. Journal of Personality Disorders,32, 311–328.
Eaton, N. R., Rodriguez-Seijas, C., Krueger, R. F.,Campbell, W. K., Grant, B. F., & Hasin,D. S. (2017). Narcissistic personality disorderand the structure of common mental disorders. Journal of Personality Disorders,31, 449–461.
Ellison, W. D., Levy, K. N., Cain, N. M., Ansell,E. B., & Pincus, A. L. (2013). The impact of pathological narcissism on psychotherapy utilization, initial symptom severity, and early-treatment symptom change: A naturalistic investigation. Journal of Personality Assessment, 95, 291–300.
Fontana, U. (2011). Sentieri verso il profondo: mondo interiore, simbolo, processo proiettivo, sogno. Introduzione alla clinica. Libreriauniversitaria.it edizioni. Padova, 2011. Pp. 22.
Gabbard, G. O., & Crisp, H. (2016). The many faces of narcissism. World Psychiatry, 15,115–116.
Grapsas,S., Brummelman,E., Back, M.D. & Denissen, J.A (2020).The “Why” and “How” of Narcissism: A Process Model of Narcissistic Status Pursuit, Perspect Psychol Sci. ; 15(1): 150–172.
Hewitt, P. L., Flett, G. L., & Mikail, S. F. (2017). Perfectionism: A relational approach to conceptualization, assessment,and treatment. The Guilford Press.
Hilsenroth, M. J., Holdwick, D. J. Jr., Castlebury,F. D., & Blais, M. A. (1998). The effects of DSM-IV cluster B personality disorder symptoms on the termination and continuation of psychotherapy. Psychotherapy, 35,163–176.
Holtzman N. S., Vazire S., Mehl M. R. (2010). Sounds like a narcissist: Behavioral manifestations of narcissism in everyday life. Journal of Research in Personality, 44, 478–484.
Kealy, D., Ogrodniczuk, J. S., Joyce, A. S., Steinberg,P. I., & Piper, W. E. (2015). Narcissism and relational representations among psychiatric outpatients. Journal of Personality Disorders,29, 393–408.
Kernberg, O. F. (2010). Some observations on the process of mourning. International Journal of Psycho-Analysis, 91, 601–619.
Kramer, U., & Pascale-Leone, A. (2018). Self-knowledge in personality disorders: An emotionfocused perspective. Journal of Personality Disorders, 32(3), 329-350.
Krizan Z., Herlache A. D. (2018). The narcissism spectrum model: A synthetic view of narcissistic personality. Personality and Social Psychology Review, 22, 3–31.
Marcinko, D., Jakšicˇ, N., Ivezic, E., Skocˇic, M.,Suranyi, Z., Loncˇar, M., . . . Jakovljevic, M.(2014). Pathological narcissism and depressive symptoms in psychiatric outpatients: Mediating role of dysfunctional attitudes. Journal of Clinical Psychology, 70, 341–352.
Morf C. C., Rhodewalt F. (1993). Narcissism and self-evaluation maintenance: Explorations in object relations. Personality and Social Psychology Bulletin, 19, 668–676.
Morf C. C., Rhodewalt F. (2001). Unraveling the paradoxes of narcissism: A dynamic self-regulatory processing model. Psychological Inquiry, 12, 177–196
Pincus, A. L., & Lukowitsky, M. R. (2010). Pathological narcissism and narcissistic personality disorder. Annual Review of Clinical Psychology, 6, 421–446.
Reijntjes A., Vermande M., Thomaes S., Goossens F., Olthof T., Aleva L., Van der Meulen M. (2016). Narcissism, bullying, and social dominance in youth: A longitudinal analysis. Journal of Abnormal Child Psychology, 44, 63–74
Ritter, K., Vater, A., Rusch, N., Schroder-Abe, M.,Schutz, A., Fydrich, T., . . . Roepke, S. (2014).Shame in patients with narcissistic personality disorder. Psychiatry Research, 215,429–437.
Ronningstam, E. (2012). Alliance building and the diagnosis of narcissistic personality disorder. Journal of Clinical Psychology, 68, 94–953
Ronningstam, E. (2017). Intersect between selfesteem and emotion regulation in narcissistic personality disorder: Implications for alliance building and treatment. Borderline Personality Disorder and Emotion Dysregulation,4, 1–13.
Ronningstam, E. (2020). Internal processing in patients with pathological narcissism or narcisistic personality disorder: implications for alliance building and therapeutic strategies. Journal of Personality Disorders, 34, Special Issue, 80–103. The Guilford Press
Ronningstam, E., & Baskin-Sommers, A. (2013). Fear and decision-making in narcissistic personality disorder: A link between psychoanalysis and neuroscience. Dialogues in Clinical NeuroScience, 15, 191–201.
Ronningstam, E., Weinberg, I., Goldblatt, M., Schechter, M., & Herbstman, B. (2018). Suicide and self-regulation in narcissistic personality disorder. Psychodynamic Psychiatry, 46, 491–510.
Rothstein, A. (1980). The narcissistic pursuit of perfection. New York, NY: InternationalUniversities Press.
Schoenleber M, Berenbaum H. Shame regulation in personality pathology.(2012. Conceptual paper on maladaptive shame regulation strategies in NPD and other personality disorders.51) J Abnorm Psychol.2012;121:433–46
Sorotzkin, B. (1985). The quest for perfection: Avoiding guilt or avoiding shame? Psychotherapy: Theory, Research, Practice, Training, 22, 564–571.
Yakeley, J. (2018). Current understanding of narcissism and narcissistic personality disorder. British Journal of Psych Advances, 24,301–315.
© Copyright 2023 PSYsimple - Tutti i diritti riservati - Tages s.r.l. Via Della Torretta, 14 -
50137 Firenze (FI)
Partita IVA: 06997220485
Cod. fiscale: 06997220485 Provider ECM n°6839
Website created by Giulia Bartolini