Le preoccupazioni circa il proprio stato di salute hanno interessato sia il mondo letterario che quello scientifico fin sa sempre, spesso incontrando pregiudizi e falsi miti su ciò che viene comunemente chiamata ipocondria, sia tra gli specialisti che tra la gente comune. Spesso si pensa infatti all’ipocondriaco come ad un malato immaginario o un bugiardo in cerca di attenzione, finendo per sottovalutare e sminuire i sintomi e la sofferenza psicologica del paziente. Proprio per questa ragione risulta importante comprendere in modo accurato il funzionamento di questi pazienti per poter inquadrare e intervenire adeguatamente sul disturbo. Gli ipocondriaci infatti tendono a ricevere minimizzazioni circa la propria sofferenza, sia dai propri cari che da parte dei professionisti della salute. Al contrario, un paziente ipocondriaco soffre intensamente e l’atteggiamento dei curanti (sia medici che psicologi) può in taluni casi risultare come fattore di mantenimento della sofferenza stessa.
Fino alla precedente versione del DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), l’ipocondria rientrava nella più ampia categoria dei disturbi somatoformi, che sostanzialmente raccoglieva tutte quelle manifestazioni sintomatologiche che non avevano una chiara e definita spiegazione medica.
Il DSM-5 invece sostituisce la precedente categoria con i “disturbi da sintomi somatici e disturbi correlati”, individuando al suo interno due distinti quadri diagnostici:
disturbo da sintomi somatici, che di caratterizza per la presenza di sintomi somatici che causano disagio e alterazioni significative della quotidianità;
disturbo da ansia da malattia, in cui è la preoccupazione avere o contrarre una malattia l’aspetto centrale, con sintomi somatici assenti o di lieve entità.
In questo articolo approfondiremo la seconda categoria diagnostica, ovvero il disturbo da ansia per la malattia, concentrandoci sugli aspetti cognitivi, emotivi e comportamentali che lo caratterizzano. In questo disturbo la fonte primaria di disagio per il paziente è l’ansia, ovvero la preoccupazione continua e costante circa l’eventualità di avere o di poter contrarre una grave malattia. Tali preoccupazioni si attivano anche solamente venendo a conoscenza di notizie circa malattie di altri e sono resistenti alle rassicurazioni, anche derivanti dai numerosi e approfonditi controlli medici che questi pazienti solitamente attuano. In altri casi invece si osserva un evitamento specifico degli ospedali, dei medici e dei controlli, proprio per proteggersi dal timore di entrare in contatto con informazioni che riguardano possibili malattie proprie o di altri.
A livello cognitivo, nell’ansia per la salute sono iperinvestiti gli scopi di non essere malato, di non essere debole (fisicamente o psichicamente), e di essere stati sufficientemente prudenti per rispettare le aspettative circa la propria responsabilità nel prevenire o individuare precocemente la malattia (Luppino, Gragnani, Saliani, 2021). A questo corrispondono credenze disfunzionali circa la probabilità della malattia, il significato di sintomi somatici ambigui, le conseguenze di una diagnosi non tempestiva ed il significato stesso di malattia. In particolare, lo scopo di non essere una persona debole attiva nel soggetto costanti preoccupazioni e forti vissuti di ansia, che di fatto lo rendono debole e sofferente psichicamente e quindi confermano il timore iniziale. Inoltre, i livelli di ansia sono sempre elevati ed i sintomi somatici sono interpretati catastroficamente come sintomi di malattia, interpretati nuovamente come segnali di debolezza e quindi fonte di nuove preoccupazioni, mantenendo di fatto sempre attivo il ciclo ansioso.
La pandemia da Covid-19 ha portato in modo intensivo all’attenzione di tutta la popolazione mondiale la pericolosità del contagio, spingendo spesso i governi a chiedere ai cittadini di aumentare la soglia di vigilanza, attuare una serie di comportamenti protettivi ed evitare situazioni specifiche proprio per ridurre il rischio di infezione. In quella situazione, la preoccupazione per la possibilità di contrarre il virus è stata adattiva in quanto ha permesso a tutti di adottare dei comportamenti protettivi che hanno limitato la trasmissione del Covid-19, ma potrebbe avere avuto un’influenza sull’ansia per la salute (Heinen et al., 2022).
Numerosi studi hanno indagato gli effetti che la pandemia ha avuto su persone soffrono di ansia per la salute. Si è riscontrato un maggior livello di sintomi depressivi e ansiosi in questa popolazione, ed una peggiore qualità di vita generale (Heinen et al., 2022). Inoltre è stato evidenziato come alti livelli di ansia pre-Covid fossero associati ad una maggiore sofferenza durante la pandemia, congiuntamente con la maggiore probabilità di sviluppare comportamenti di evitamento, panico, pensieri ossessivi e compulsioni. Tuttavia, altri studi hanno riscontrato che, nonostante ci sia stato un leggero aumento della depressione e dell’ansia subito dopo la dichiarazione della pandemia, i livelli sono gradualmente scesi ai livelli pre-pandemici (Robinson et al., 2022). Infatti, alcuni autori hanno proposto che l’ansia per la salute sia più un tratto stabile che non è influenzato in modo significativo grado da eventi esterni (Sica et al., 2021).
La terapia cognitivo comportamentale per il disturbo di ansia da malattia prevede due obiettivi fondamentali:
ristrutturare le credenze disfunzionali che attivano e mantengono la preoccupazione, lavorando su gravità, probabilità e imminenza della minaccia e potenziando le risorse di fronteggiamento del paziente.
l’accettazione del rischio della malattia e della debolezza, aiutando il paziente a comprendere che è impossibile azzerare la minaccia e che i tentativi di farlo sono estremamente costosi in termini di disagio, qualità di vita e relazioni interpersonali.
A tali scopi possono essere utilizzate tecniche cognitive classiche, tecniche immaginative, tecniche ACT e tecniche esperenziali.
L’articolo è stato scritto dalla dott.ssa Irene Del Monte – Psicologa
Bibliografia
Heinen, A., Varghese, S., Krayem, S., and Molodynski, A., 2022. Understanding health anxiety in the COVID-19 pandemic. International Journal of Social Psychiatry, Vol. 68(8) 1756–1763.
Luppino, O.I., Gragnani, A., Saliani, A.M., 2021. Ansia per la salute. In (a cura di) Perdighe, C., Gragnani, A., Psicoterapia Cognitiva. Comprendere e curare i disturbi mentali. (pp.583-616). Raffaello Cortina Editore.
Robinson E, Sutin AR, Daly M, Jones A. A systematic review and meta-analysis of longitudinal cohort studies comparing mental health before versus during the COVID-19 pandemic in 2020. Journal of affective disorders. 2022; 296:567–76.
Sica C, Caudek C, Cerea S, Colpizzi I, Caruso M, Giulini P, et al. Health Anxiety Predicts the Perceived Dangerousness of COVID-19 over and above Intrusive Illness-Related Thoughts, Contamination Symptoms, and State and Trait Negative Affect. Int J Environ Res Public Health. 2021
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