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Il disturbo schizotipico di personalità ricorre in maniera a suo modo paradossale nei manuali di psicoterapia e psichiatria.
Ha una prevalenza nella popolazione generale pari a quasi il 5% (4.9%) e nel modello alternativo di diagnosi dei disturbi di personalità del DSM-5 ha incorporato e sostituito tutto il Cluster A.
Al contempo non esiste quasi niente in letteratura sul suo trattamento. Grazie ad una recente uscita gli articoli peer-reviewed che offrono un intervento focalizzato su questo disturbo sono solo 5.
E di questi 5 ben 2 sono stati realizzati in Italia secondo un approccio metacognitivo.
Simone Cheli, dell’Università di Firenze e di Tages Onlus, ha pubblicato infatti un secondo articolo sul disturbo schizotipico di personalità nato dalla collaborazione con Paul H. Lysaker della Indiana University e Giancarlo Dimaggio del Centro di Terapia Metacognitiva Interpersonale.
L’articolo, disponibile in early view, fa parte di un numero speciale curato da Paul H. Lysaker, David Roe e Ilanit Hasson-Ohayon su metacognizione e psicosi del Psychiatric Rehabilitation Journal della American Psychological Association.
Il modello di assessment e pianificazione del trattamento della personalità schizotipica presentato da Simone Cheli individua nel funzionamento metacognitivo il target dell’intervento e il meccanismo centrale nella concettualizzazione del caso.
Tal disturbo si situa infatti a metà strada tra schizofrenia e disturbi di personalità che individualmente hanno evidenziato nella metacognizione un fattore generale di psicopatologia.
L’intervento proposto integra in maniera modulare Metacognitive Reflection and Insight Therapy e Terapia Metacognitiva Interpersonale presupponendo una maggiore efficacia della prima nei pazienti con maggiore severità e della seconda nei pazienti con minore severità.
Particolare attenzione è stata inoltre dedicata ad una comprensione globale del funzionamento di personalità dei pazienti arruolati nello studio, che oltre alla metacognizione ha incluso il livello di funzionamento secondo il modello alternativo di diagnosi dei disturbi di personalità del DSM-5, i tratti di personalità del Big Five e la schizophrenia proneness.
Al termine dell’intervento tutti i pazienti hanno mostrato una riduzione significativa della sintomatologia generale, un miglioramento delle funzioni metacognitiva e una remissione generale del disturbo di personalità schizotipica.
L’articolo si inserisce in un più ampio progetto di ricerca di Tages Onlus sulla schizotipia a cui seguiranno ulteriori pubblicazioni.
L’articolo è stato scritto dallo staff della Redazione di PSYsimple
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