Descrizione
La Società Italiana di Psicoterapia Interpersonale (SIPINT) è una società scientifica che ha l’obiettivo di promuovere l’informazione sulle acquisizioni cliniche e sui progressi scientifici, di sviluppare l’attività di ricerca sull’efficacia e le nuove indicazioni, di sostenere le iniziative di formazione nel campo della Psicoterapia Interpersonale (IPT).
È stata fondata nel novembre 2006 per diffondere l’interesse degli psichiatri e degli psicologi nei confronti dell’IPT, da un gruppo di studiosi e di clinici guidati dalla Prof.ssa Ellen Frank e dal Prof. Giovanni Battista Cassano nell’ambito di una collaborazione tra i Centri Universitari di Pittsburgh e Pisa su un progetto di ricerca multicentrico internazionale iniziato nel 2001 dal titolo: “Depression: the search for treatment relevant phenotypes”, che ha portato ad una serie di pubblicazioni. Si trattava della prima volta che l’IPT veniva utilizzata in un trial clinico multicentrico internazionale in Italia.
Infatti, l’IPT, nonostante le consistenti evidenze di efficacia che sono state raccolte dalla ricerca e recepite dalle linee guida, a distanza di più di 30 anni dalla proposta iniziale di Klerman e Weissman, è rimasta soprattutto in Italia una terapia relativamente poco diffusa nella pratica clinica, anche se ben radicata nell’attività clinica dei centri universitari, che la considerano una delle psicoterapie più valide per sviluppare la ricerca empirica.
L’attività della Società in questi anni si è sviluppata attraverso l’organizzazione di una serie di corsi, seminari e simposi nei congressi psichiatrici, che hanno permesso di avvicinare alla conoscenza e alla pratica clinica dell’IPT un numero crescente di psichiatri e di psicologi. Nel 2007, sotto l’egida della Società, è stato anche organizzato presso l’Università di Pisa un master universitario di II livello in “Psicoterapia integrata ad orientamento interpersonale” che si è protratto fino al 2011.
La Società è affiliata alla Società Italiana di Psicopatologia (SOPSI) ed è riconosciuta dal 2013 dalla Società Internazionale di Psicoterapia Interpersonale (isIPT).
Per ulteriori informazioni riguardo alle attività scientifiche, formative ed ai terapeuti IPT nelle varie regioni potete consultare il sito: www.psicoterapiainterpersonale.it
La Psicoterapia Interpersonale della Depressione (IPT) è una psicoterapia pragmatica, originariamente concettualizzata per fronteggiare i bisogni dei pazienti depressi.
Si tratta di un intervento di psicoterapia breve, sviluppato a cavallo tra gli anni ’70 e ’80 da Gerald Klerman e Myrna Weissman presso la Yale University. Il lavoro di questi Autori ha condotto nel 1984 alla pubblicazione del primo manuale di Psicoterapia Interpersonale, “Interpersonal Psychotherapy of Depression”, con una chiara esposizione dei riferimenti teorici, dell’impostazione metodologica e degli strumenti tecnici di intervento.
L’IPT nasce come una psicoterapia pratica, specificamente rivolta ai bisogni dei pazienti depressi, di durata limitata (12-16 settimane), che pone in primo piano le relazioni interpersonali attuali del paziente depresso pur riconoscendo il ruolo di altri fattori genetici, biochimici, evolutivi e di personalità nel determinare la depressione e nel predisporre ad essa.
L’efficacia della IPT nel trattamento della depressione maggiore è stata ampiamente testata in monoterapia ed in modalità combinata alla farmacoterapia rientrando a pieno merito tra le cosiddette “evidence-based psychotherapies”.
Negli anni è stata adattata al trattamento di altri disturbi psichiatrici quali il disturbo bipolare, la distimia, il disturbo d’ansia sociale, il disturbo di panico, il disturbo da stress post-traumatico, i disturbi dell’alimentazione, i disturbi da uso di sostanze, il disturbo borderline di personalità.
Inoltre, sono state apportate delle modificazioni manualizzate in funzione delle problematiche che si riscontrano nell’adolescenza, in età senile, durante e dopo la gravidanza e anche un adattamento per la terapia di gruppo. In generale, ciascun intervento è stato manualizzato e validato empiricamente attraverso studi clinici controllati.
In conclusione l’IPT riesce a coniugare felicemente le fondamentali dimensioni psicodinamiche, cognitive ed interpersonali, traducendo i diversi modelli in un modello clinico, fortemente pragmatico, confortato da un valido background scientifico.
L’obiettivo principale del webinar è di presentare le basi teoriche della IPT, il modello d’intervento nel trattamento della Depressione Maggiore e gli adattamenti riguardanti i Disturbi Bipolari e i Disturbi dell’alimentazione.
Il corso si svolge il 6 febbraio 2021 dalle 15 alle 19, in modalità Webinar (in diretta).
Possono iscriversi psicologi, psicoterapeuti, medici, psichiatri, neuropsichiatri infantili.
Il numero di posti è limitato.
Le iscrizioni sono aperte fino al 5 febbraio 2021 alle ore 12.
Al termine del corso verrà rilasciato l’attestato di partecipazione.
La partecipazione è gratuita.
15.00-15.45
Introduzione alla Psicoterapia interpersonale della Depressione
Luca Maggi (Presidente SIPInt), Daniele Paradiso (Segretario SIPInt)
La psicoterapia interpersonale (Interpersonal Psychotherapy – IPT) è un modello di psicoterapia breve che si è sviluppato a partire dalle teorie di Harry Stack Sullivan e Frieda Fromm-Reichmann e John Bowlby, i quali hanno focalizzato l’attenzione sui fattori relazionali che predispongono allo sviluppo della psicopatologia e sono maggiormente correlati con la sintomatologia.
16.00-16.45
Psicoterapia interpersonale della Depressione
Paolo Scocco (Direttivo SIPInt), Marco Menchetti (Direttivo SIPInt)
L’IPT mette in relazione l’insorgenza ed il perdurare della depressione con gli eventi interpersonali stressanti che coinvolgono il paziente. In particolare, si esamina la correlazione tra depressione e problematiche nel campo interpersonale, pur riconoscendo che i problemi interpersonali nel contesto della depressione, possono rappresentare la causa o, a loro volta, essere stati causati dall’episodio depressivo. Uno degli aspetti più originali della IPT è l’ipotesi che le problematiche interpersonali che si riscontrano nei soggetti depressi possono essere raggruppate in quattro aree: 1) Contrasti interpersonali (coniuge, membri della famiglia, amici, colleghi di lavoro, ecc); 2) Transizioni di ruolo (abbandono della propria famiglia, trasloco, cambio di lavoro, divorzio, gravidanza, pensionamento, ecc); 3) Dolore del lutto (per lutto in IPT s’intende la morte di una persona cara e non il lutto fantasmatico che è inquadrato tra le transizioni di ruolo); 4) Deficit interpersonali (solitudine, isolamento sociale, difficoltà a stabilire e mantenere relazioni interpersonali). Il terapeuta concorda con il paziente la scelta del focus dell’intervento sul quale si lavora nelle sedute centrali. L’IPT non si distingue tanto per le tecniche d’intervento, che sono mutuate dalle terapie psicodinamiche, cognitivo-comportamentali e sistemico-relazionali, ma per le strategie terapeutiche.
17.00-17.45
L’IPT nei Disturbi del Comportamento Alimentare
Carla Ramacciotti (Direttivo SIPInt), Luca Maggi (Presidente SIPInt)
Nel trattamento dei Disturbi dell’Alimentazione (DA) la terapia Cognitivo Comportamentale (CBT) e la Terapia Interpersonale (IPT) si sono ritagliate un ampio consenso teorico ma, nel caso della IPT, l’impiego clinico è tutt’ora limitato, pur avendo diverse evidenze di efficacia. L’IPT, a differenza della CBT, non affronta il problema dell’alimentazione in modo diretto e si è dimostrata comunque efficace nel trattamento della Bulimia Nervosa (BN) e del Binge Eating Disorder (BED). La terapia in questo caso non si indirizza specificamente sulla modalità alimentare patologica ma, attraverso l’analisi della storia clinica del paziente, tenta di identificare aree interpersonali problematiche spesso collegate con difficoltà di modulazione della affettività. Tale risultato si basa sull’ipotesi che due motivi giustifichino l’efficacia di questo trattamento: 1) Il DA insorge in genere nell’adolescenza, spesso in un contesto di difficoltà interpersonali e maturative; 2) la depressione, l’ansia e la rabbia sono emozioni fortemente implicate nel peggioramento del comportamento bulimico e tali emozioni derivano spesso da conflitti interpersonali. Si ritiene che la terapia cognitivo-comportamentale e la terapia interpersonale agiscano attraverso differenti meccanismi d’azione, è possibile quindi ipotizzare che un paziente che abbia fallito con la terapia cognitivo-comportamentale possa trarre benefici dalla terapia interpersonale e viceversa.
18.00-18.45
La terapia interpersonale e dei Ritmi Sociali nel Disturbo Bipolare
Ellen Frank (Membro ISIPT e Presidente Onorario SIPInt), Marco Saettoni (Direttivo SIPInt)
La terapia interpersonale e dei ritmi sociali (Interpersonal and Social Rhythm Therapy – IPSRT) è un intervento psicoterapeutico individuale, manualizzato, sviluppato dal gruppo della University of Pittsburgh (Frank et al., 2000), a cavallo degli anni ’90, sull’onda del rinnovato interesse allo sviluppo di trattamenti psicosociali in grado d’integrarsi al trattamento farmacologico del disturbo bipolare. Il fondamento teorico della IPSRT consiste nel riconoscimento che, sebbene il disturbo bipolare sia sotteso da una chiara vulnerabilità genetica e da una disregolazione neurotrasmettitoriale, neuropeptidica e/o neuroendocrina, i fattori scatenanti gli episodi acuti sono correlati a fattori psicologici ed ambientali. Infatti, l’influenza degli eventi vitali stressanti, dei cambiamenti dei ritmi circadiani, dei livelli di supporto sociale ma anche dei ruoli e dei ritmi sociali sono riconosciuti come elementi di rischio nel precipitare gli episodi di malattia in soggetti predisposti. Per questo motivo Frank e coll. hanno cercato d’integrare i suddetti elementi nell’ambito di una cornice teorica che fungesse da base per il trattamento: la Teoria dei Social Zeitgebers per i disturbi dell’umore di Ehlers e coll. ed il modello di instabilità postulato da Goodwin e Jamison. In sostanza il terapeuta si concentra su un doppio focus, la regolarizzazione dei ritmi sociali ed il miglioramento del funzionamento interpersonale e sociale.
Distinguished Professor Emeritus of Psychiatry, University of Pittsburgh School of Medicine
Psichiatra Psicoterapeuta, Direttore sanitario “Villamare” Struttura terapeutico-riabilitativa per il trattamento dei disturbi dell’alimentazione, Lido di Camaiore (LU)
Psichiatra Psicoterapeuta, Professore Associato di Psichiatria, Alma Mater Studiorum – Università di Bologna
Psicologo Psicoterapeuta, Docente Psicologia Clinica Relazionale Dipartimento di Psicologia Unito
Centro per i Disturbi della Personalità Dipartimento di Neuroscienze Unito
Istituto Mitchell Torino
Psichiatra Psicoterapeuta, Docente Università di Pisa, già Responsabile Gruppo di ricerca e terapia Disturbi dell’Alimentazione, Clinica Psichiatrica Unità 2 Università di Pisa
Psichiatra Psicoterapeuta, ASL Toscana nordovest distretto Valle del Serchio, Scuole di psicoterapia cognitiva APC-SPC Roma, Università degli Studi Guglielmo Marconi Roma
Psichiatra Psicoterapeuta, AULSS 6 Euganea e Presidente SOPROXI Onlus
Il corso è organizzato dalla Società Italiana di Psicoterapia Interpersonale (SIPINT) e da Tages Onlus.
Per il corretto svolgimento del corso è necessario disporre di una buona connessione internet.
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