
Categorie
- Alimentazione (6)
- CBT (2)
- Diagnosi (2)
- Libri consigliati (31)
- Libri in evidenza (3)
- Metacognizione (1)
- Personalità (13)
- Psichiatria (1)
- Psicofarmaci (1)
- Psicologia (31)
- Psicosi (2)
- Psicoterapia (16)
- Ricerca (11)
- Sport (2)
Recent Posts
La diagnosi rappresenta da sempre una sorta di dilemma irrisolvibile o meglio ineludibile per ogni clinico. Sappiamo quanti timori sollevi una diagnosi psicopatologica nei nostri pazienti, ma al contempo la quasi totalità degli approcci evidence-based fanno della concettualizzazione condivisa un tema centrale.
Da un lato infatti sembra impossibile, se non controproducente, abbandonare un linguaggio comune e condiviso nel parlare di problematiche psicologiche.
Dall’altro, le categorie diagnostiche sono necessariamente vincolate ad un sistema culturale, storico e sociale nel quale si definisce e quindi sancisce cosa sia patologico e cosa no.
La via d’uscita da questo dilemma ad oggi più utilizzata consiste in una costante revisione delle categorie e delle procedure diagnostiche. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato da circa un anno l’undicesima versione del suo sistema diagnostico (ICD-11) dove la sezione di salute mentale e in particolare i disturbi di personalità hanno subito una notevole revisione.
In parallelo è stata pubblicata una nuova versione del Psychodinamic Diagnostic Manual (PDM-2) e addirittura la British Psychological Society ha sviluppato un sistema di inquadramento pensato come “non diagnostico”.
Tutto questo fervore è stato sicuramente stimolato dall’uscita nel 2013 della quinta edizione (in realtà settima se consideriamo tutte le revisioni) del Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM-5).
Il DSM-5, pubblicato dalla American Psychiatric Association (APA), rappresenta il testo di riferimento per chiunque lavori in salute mentale, a prescindere dal numero e dalla ferocia delle critiche che gli rivolge!
Ed infatti l’uscita dell’ultima versione fu preceduta da terribili polemiche anche e soprattutto in seno alle varie commissioni dell’APA coinvolte nella scrittura.
Su tutte basti l’esempio della commissione sui disturbi di personalità, che per salvarsi da inconciliabili posizioni giunse a includere nel DSM-5 ben 3 modelli diagnostici (uno categoriale, uno basato sui tratti, uno misto)!
Negli ultimi mesi è ormai confermato come le commissioni APA stiamo nuovamente dibattendo su specifiche revisioni che porteranno alla pubblicazione di un DSM-5-TR.
Non è dato sapere quando uscirà la versione “text revised”, quel che è certo è che il processo di revisione è considerato un principio fondante del lavoro degli esperti e che molte decisioni sono già state prese (ad esempio i comportamenti e l’ideazione suicidaria sono spostati nella sezione “Altre condizioni”).
L’articolo è stato scritto dallo staff della Redazione di PSYsimple
© Copyright 2023 PSYsimple - Tutti i diritti riservati - Tages s.r.l. Via Della Torretta, 14 -
50137 Firenze (FI)
Partita IVA: 06997220485
Cod. fiscale: 06997220485 Provider ECM n°6839
Website created by Giulia Bartolini